PREMIO RIMOWA PER IL DESIGN 2023 - PROGETTI VINCITORI
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PREMIO RIMOWA PER IL DESIGN 2023 - PROGETTI VINCITORI

Inaugurata nell'ottobre 2022, la prima edizione del Premio RIMOWA per il Design si è conclusa con successo.

 

Nel corso della cerimonia che si è tenuta a maggio a Berlino, sono stati selezionati sette progetti finalisti, ognuno dei quali si è aggiudicato un premio. Dopo attente considerazioni, la giuria ha dichiarato vincitore della prima edizione del concorso studentesco Noa Grgic, che ha affrontato il tema della mobilità in costante evoluzione. Jesse Jacobsen & Paul Meyer hanno ricevuto una menzione speciale. Scopri di più sui progetti vincitori:

 

NOA GRGIC — VINCITORE

ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI STOCCARDA

 

PROGETTO: “ARTIFICIAL BODY POSITIVITY”

 

Riconquistare la mobilità dopo aver perso uno o più arti è una delle meraviglie dei nostri tempi. Nonostante molte persone che hanno subito un'amputazione vivano ormai in una condizione di buona indipendenza senza troppi ostacoli quotidiani, oltre il 30% di esse sperimenta la depressione.

 

 

 

 

Innumerevoli studi e confronti con il mio gruppo di riferimento hanno rivelato che, in una massiccia percentuale di casi, la depressione deriva dalla nuova immagine di sé che il corpo rimanda a queste persone. L'immagine del proprio corpo descrive i pensieri, le emozioni e anche la percezione di una persona nei confronti della bellezza o dell'attrattività del proprio corpo. Un'immagine che acquisisce una dinamica totalmente nuova se associata alla necessità di indossare arti protesici.

L'amputazione è un evento spesso traumatico e inaspettato. Dopo mesi segnati dal dolore e dall'immobilità, si è chiamati a scegliere tra una varietà di protesi che mirano ad assomigliare all'arto o agli arti amputati. La cosiddetta "zona perturbante" è un'ipotetica reazione repulsiva suscitata, ad esempio, da un robot dall'aspetto quasi umano, che produce una sensazione di inquietudine e perciò non riesce ad evocare la risposta empatica richiesta per una possibile interazione. L'ipotesi suggerisce che oggetti umanoidi in grado di assomigliare, per quanto in modo imperfetto, a vere parti anatomiche suscitino sensazioni spiacevoli, come repulsione e inquietudine. Il raggiungimento di un sentimento di body positivity deriva direttamente dall'autostima e dall'accettazione sociale. L'obiettivo della Body Positivity artificiale (A.B.P.) è di fornire alle persone che hanno subito un'amputazione un controllo maggiore del proprio aspetto e un utilizzo perfezionato della protesi per arrivare all'autostima e all'auto-accettazione. La Body Positivity Artificiale arriva a quest'obiettivo progettando accessori per protesi che consentono a chi li indossa di esprimere la sua individualità, rimuovendo al tempo stesso lo stigma negativo che circonda le protesi standard.

La app A.B.P. rappresenta il concretizzarsi di questo concetto. Non solo un negozio virtuale di accessori protesici ma anche una vetrina di altri progetti innovativi e creativi sulle protesi. Le possibilità di espressione dell'individualità del singolo tramite un accessorio culminano nell'A.B.P. Creator, in cui ciascuno può disegnare il proprio accessorio personalizzato.

 

JESSE JACOBSEN & PAUL MEYER — MENZIONE SPECIALE

MUTHESIUS ACADEMY OF ART KIEL

 

PROGETTO: “FRAME FOR ALL”

 

La mobilità, intesa come la capacità di muoversi o di muovere degli oggetti liberamente nello spazio, è data per scontata in moltissime società. Benché sia annoverata tra i diritti umani fondamentali, spesso dipende da risorse quali disponibilità di denaro, di apparecchi e di accesso alla tecnologia. Di conseguenza la questione mobilità può trasformarsi in un aspetto tutt'altro che semplice.

Nel tentativo di mediare parte di questa complessità, abbiamo cercato di rendere la mobilità accessibile a quante più persone possibile, tramite lo sviluppo di "Frame For All": uno strumento di mobilità universale che può essere convertito in una varietà di prodotti diversi come un carrello per carichi pesanti, un tavolo espositivo, una tenda o persino un letto da campo. Con Frame For All il nostro obiettivo è soddisfare una maggiore varietà di esigenze di mobilità, indipendentemente dallo status sociale, dalla condizione o dal luogo in cui si vive.

 

 

 

 

Proprio come il nostro progetto mira a soddisfare le esigenze di mobilità più basilari di un essere umano, la produzione e il design sono stati mantenuti quanto più semplici possibile, affinché Frame For All risultasse efficiente in termini di costi e relativamente autoesplicativo. Ogni kit telaio è composto da tubi in alluminio piegato e anodizzato, raccordi in alluminio fuso e robusti pneumatici. Una varietà di possibili applicazioni è stata presentata in un manuale illustrato, per migliorare ulteriormente l'accessibilità del nostro prodotto.

Poiché riteniamo imprescindibili la produzione sostenibile e il destino dei prodotti industriali, abbiamo scelto l'alluminio come materiale cardine di tutto il sistema. L'alluminio è relativamente semplice da produrre e consente opportunità di riciclo monomateriale. Ogni singolo componente è abbinato a un codice identificativo univoco, che fornisce informazioni sulla composizione e sul trattamento superficiale una volta scansionato. Ciò consente alle aziende che si occupano di riciclaggio, di separare e di trattare di conseguenza i materiali usati. In questo modo ci auguriamo di chiudere il ciclo dei materiali e di progredire verso un futuro più trasparente e sostenibile. Frame For All costituisce un riferimento per la mobilità con impatto globale.

 

 

 

 

Scopri tutti i progetti sul sito web Premio RIMOWA per il Design (disponibile solo in EN e DE).

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